Nel 2018 si consolida il fenomeno street food in crescita costante

La gastronomia e il comparto agro-alimentare sono tradizionalmente dei punti di forza del Made in Italy che negli ultimi anni ha goduto di un’ulteriore riscoperta e rilancio sul piano culturale ed economico. Complici anche tendenze quali il biologico, il “chilometro zero”, la tradizionale culinaria, poste come barriere localiste contro l’affermarsi del cibo-fotocopia delle catene multinazionali. Tutto questo trova sbocco nel fenomeno dello street food che da apparente moda si è imposto come “motore” del rilancio del settore food non solo nel nostro paese, ma anche a livello mondiale. Gli alimenti preparati al momento, consumati in luoghi pubblici e su banchi provvisori o food truck customizzati ad hoc rappresentano, secondo la FAO, fonte di alimentazione per oltre 2,5 miliardi di persone, concentrate soprattutto in Asia dove questa tradizione è storicamente consolidata. In Italia l’atteggiamento verso il cibo da strada è sempre stato ambiguo, spesso associato ad alimenti di scarso valore qualitativo e culturale. Ma da alcuni anni la percezione popolare è cambiata radicalmente trasformando quello che era considerato junk food in street food di tendenza. Questo ha portato in Italia, secondo i dati Unioncamere-Infocamere, la crescita delle attività con food truck dalle 1717 del 2013 alle 2729 dell’anno in corso, un confortante +60% in soli 5 anni. Di queste imprese il 22%, pari a 600 attività, sono di proprietà di imprenditori under 35, mentre più di 300 esercizi appartengono a imprenditori stranieri, in crescita del 52,1% rispetto al 2013. La ristorazione on the road è presente soprattutto nelle grandi città con Milano e Roma in testa alla classifica con 181 esercizi commerciali, seguite da Torino con 130 e Lecce a 128. Mentre a livello regionale comanda la Lombardia con 389 imprese, seguita a distanza da Puglia a quota 295 e Lazio a 271. In termini di crescita percentuale l’aumento più marcato del periodo 2013-2018 si registra in Umbria dove le realtà del settore sono passate da 11 a 27. A questi numeri bisogna anche aggiungere sagre, festival, mercati, concerti, distribuiti capillarmente su tutto il territorio durante tutto l’anno. E a rafforzare la crescita del fenomeno va registrata anche la fortuna che riscontrano i programmi televisivi dedicati al cibo da strada, e il fatto che ormai molti catering sono affidati a venditori su ApeCar d’epoca, restaurati ed allestiti quasi come locali alla moda. Per chiudere questa sommaria fotografia va considerata anche la complicità di chef stellati che escono dalle loro cucine per salire su food truck alle prese con panini gourmet preparati con prodotti d’eccellenza. E tutto questo trova un riscontro gradito da parte dei consumatori: secondo una ricerca Nielsen a livello globale, il 27% di chi mangia abitualmente fuori casa sceglie lo street food. Una scelta dettata, secondo uno studio di Confimprese, da praticità e velocità (32% dei consumatori), dall’ampia offerta e dalla qualità (23%) e dall’economicità (19%). Numeri che premiano anche la ricchezza della tradizione locale che sembra essere da un punto di vista imprenditoriale la scelta più saggia e la più redditizia a lungo termine.
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